Alessandro
Oggi son riuscito ad andare a trovare un caro vecchio amico, ero triste, angosciato per tutte le difficoltà che sto affrontando, il lavoro, la salute, i soldi... ogni volta che risolvo un problema se ne creano due.
E mentre gli raccontavo queste cose lui ascoltava e sorrideva. Avevo un gran bisogno di sfogarmi, mentre gli raccontavo l'ultima che mi è successa, probabilmente carico di emozioni, mi è scesa pure qualche lacrima. E lui sorrideva.
Così decisi che ci saremmo fumati una sigaretta e poi sarei tornato a casa, tutto quel freddo mi stava contraendo i muscoli e i dolori stavano diventando insopportabili. Vidi un sasso per terra, aveva un colore diverso da tutti gli altri grigi, e anche la forma era diversa, questo era quasi levigato e chiaro, tinta avorio. Lo presi e gli dissi che lo avrei conservato in ricordo di quell'incontro in cui io mi sfogavo e piangevo vomitandogli addosso tutti i miei problemi e lui sorrideva in silenzio.
Ma anche oggi, come tutte le altre volte, quando lo saluto e mi allontano di qualche passo, poi mi giro come per ringraziarlo nuovamente per essere stato ancora una volta il migliore degli psichiatri, per avermi alleggerito di un po' di peso emotivo; e così, anche oggi, come le altre volte, vedo il suo faccione che sorride, con un sorriso così luminoso da aprirmi il cuore. Lo risaluto, alzo la mano e con il dito indico la sua lapide e dico "ciao bestia", come facevamo da piccoli. Son 4 anni e un paio di mesi che hai lasciato questo schifo di mondo. Ed ogni giorno Dio dovrebbe far nascere un altro come te. Mi manchi. E grazie per oggi Luca. Dedicato a mamma Piera, la mamma del miglior psichiatra che abbia mai avuto, l'unico di cui mi fiderò per sempre.
Buonanotte
Alessandro (2)
...In questo hai perfettamente ragione... e sai una cosa ? Ho messo la sua foto sorridente appesa in sala ed ogni volta che passo da lui e vedo il suo sorriso, mi esce un sorriso naturale, pacifico, rilassato. Non sarà fisicamente tra noi, ma il sorriso più potente che abbia mai visto... E' in grado di cambiarmi la giornata... Straordinario. Senza dubbio la mia medicina più efficace.
Alessandro (3)
L'essere mamma inizia con un'emozione, poi passano i mesi fino a che arriva il dolore e un pianto che annuncia la vita. Crescono i sogni, cambiano i mestieri, le giornate nere, le allegorie e le serate piene di emozioni.
La simbiosi della mamma fa di un cucciolo un uomo, ma di un uomo rimane il cucciolo.
La mamma non lascia mai quella parte di anima che concesse al mondo dandogli l'indipendenza, sapendo anche che un giorno, pur rimanendo legati, fisicamente si sarebbero separati. Spesso il destino decide che quel tempo arrivi troppo presto e senza appello ed è qui che la mamma diventa Madre. Il pianto che divenne gioia, torna pianto, ma una Madre lo trasforma di nuovo in gioia scoprendo quanto l'amore possa vincere sulla fisicità, e allora si trasmette gioia, fiducia, aiuto.
Se oggi è la festa della mamma, tu, Piera, sei la Madre, genitrice, curatrice e custode del tuo frutto. Un frutto che ha sparso, grazie a te le sue idee, i suoi pensieri arricchendo la vita di altre persone. Beh, se c'è un senso alla vita, quale può essere più onorevole di generare una vita e fare in modo che diventi parte di ognuno di noi, del tutto.
Buongiorno Madre ti saluto come mamma e ti abbraccio come amica.
Alessandro (4)
Questa notte ho sognato che ero con Luca in un cascinale immerso nella campagna a fare quello che ci riusciva meglio, casino ! È stato bello rivederlo, ci siamo
divertiti un mondo, sembravamo due bambini. Correvamo nei prati verdi, giocavamo a fare gli scemi tra le balle di fieno (e lui starnutiva!!), ci divertivamo con tutti gli animali della fattoria.
Che meraviglia.
Luca è il mio migliore amico. Non ho mai più avuto amici veri come lui. Ogni tanto mi regala qualche visita in sogno e mi dona qualche momento di felicità.
Certe cose sono difficili da spiegare ma molto semplici da comprendere. Luca è ancora il mio migliore amico!
Andrea Z.
Ciao Luca,
Buon compleanno, oggi sono 40! Per me è stato un traguardo,un giro di boa direi, un età in cui fermarsi e trarre le prime conclusioni ... perché la vita dura in media 80 anni...
40 anni di gioie: l'infanzia insieme, all'asilo, le elementari a giocare, poi le nostre strade si sono divise. Si cresce, si incontrano amici e amori... in questo mi ritengo fortunato, ho amici veri e fantastici, pochi giorni fa la dimostrazione, pronti a dare un mano anche se non richiesta... e vi avrei affidato i miei figli perché avrei saputo che li avreste trattati come fossero figli vostri. Si i miei figli, la cosa che amo di più al mondo, e ti senti Dio quando ti dicono: "Papà ti amo,sei il migliore del mondo" e tu fai di tutto per esserlo, giochi con loro smontando casa, travestendoti e facendo tante stupidate perché in fondo bisogna sempre essere bambini.
Ho una moglie stupenda, una donna che sembra fragile ma ti dà la forza di andare avanti perché lei gli ostacoli non li affronta saltandoli, lei li abbatte come se niente fosse... Si perché problemi ce ne sono stati nella vita, come per tutti, grandi o piccoli che siano: il rischio di morire per appendicite, la paura di un tumore quando una mattina ti svegli e fai pipì colore Ferrari e aspetti piangendo i risultati degli esami perché non ti interessa di morire ma non vuoi lasciare una bimba di 3 anni...
Poi si piange per cose minori, le fidanzate perse e gli amori non corrisposti... ma si può piangere anche quando ti ritrovi mesi senza stipendio perché la farmacia per cui lavori fallisce... si può piangere anche per gli amici che se ne vanno, per quelli che non ti capiscono, a volte perdi delle persone a cui vuoi un bene infinito ma li perdi, ti adegui e sai che devi tenerti in disparte quando vorresti corrergli incontro e abbracciarli, invece li saluti a mala pena perché sai che loro hanno fastidio... a volte li recuperi, altre no, però sai che una parte del tuo cuore è loro e ci sarai sempre,a vegliare ad aspettare...
Ma in tutto questo piangi, e piangi in silenzio, da solo, perché la vita va presa col sorriso, perché le persone hanno già i loro problemi e non devono farsi carico anche dei tuoi!!!
Caro Luca, tu queste cose purtroppo non le puoi più provare perché quella leucemia bastarda ti ha portato via 8 anni fa, tu questo traguardo lo hai raggiunto ma in un luogo dove forse starai meglio, chi lo sa... ti faccio solo gli auguri, ciao amico mio!
Chiara
40 anni … una vita vissuta ed una da viverne ancora …
Tu ti sei allontanato prima di aver compiuto 40 anni, hai scelto di guardare tutti noi dall’alto e mi piace pensare che lo hai fatto perché 40 candeline … proprio non erano per te, troppe da spegnere per un eterno Peter Pan come te, amico ...
Energia, voglia di vivere, incoscienza, spensieratezza … profondità, vicinanza, emozioni … tutto questo sei tu Luca !!!
Se tu avessi conosciuto mio figlio sono certa che vi sareste piaciuti ... tu gli avresti insegnato tutto ciò che io non avrei voluto, ma ... sarei stata in silenzio, avrei comunque approvato ... non sarei stata capace di dirti di no ... tu sei così ... il tuo sorriso e magari qualche vecchio ricordo di marachelle fatte insieme ... mi avrebbe conquistata!!!!
Parlo spesso di te a Tommaso ... gli racconto di te, di noi, delle serate in camera ad ascoltare i Guns’and Roses, del gelato preso da Manolo le sere d’estate con Simone, della prima notte fuori casa con gli amici, per un mio compleanno ... delle tue marachelle dalle quali sei sempre uscito a testa alta ... delle telefonate durante la tua malattia ... dei progetti di cui abbiamo parlato a lungo ...
Amico caro, amico di sempre …. non sai quanto e quante volte penso a te, rivolgo a te il mio pensiero ... e ti sento vicino, forse più di prima, chissà perché...
Ti voglio bene
Chiara
Federico T.
Ho sentito dire che 40 anni possono essere tanti o possono essere pochi, a seconda dei punti di vista...
Mi sono chiesto allora quale potrebbe essere il NOSTRO punto di vista, cioè il mio e il tuo, per intenderci... Mi immagino mentre ne parliamo iniziando con discorsi seri: il lavoro, la famiglia, l’opportunità di risparmiare in vista della pensione, la casa 2.0 a risparmio energetico, la spesa all’Iper o all’Esselunga, la bicicletta o la corsetta, per poi mandarci a quel paese scoppiando a ridere non appena incrociamo i nostri sguardi che non lasciano dubbio alcuno rispetto alla poca credibilità di quanto ci stiamo raccontando...
Avremmo concluso, incamminandoci verso la prima birreria, che il NOSTRO punto di vista, cioè riderci sopra, è in fondo quello corretto...
Emanuela
Cara Piera,
ho ricominciato a scrivere... vorrei mandarti una poesia... non vuole essere nient'altro che un ringraziamento... e un volo dove c'è anche Luca...
Dissolvenze
Il cielo è un volo di rondini e così il mio animo, che si perde negli spazi infiniti
Tra le nubi e oltre quelle. Naviga leggero, lascia il pensiero alla terra.
Tristezza, nostalgia, rimpianti, ora paiono veli che hanno intrappolato la mia anima
Come corde, catene, a bloccarne le ali.
Volo
Scorgo,
Mi commuovo,
mi sento libera di essere.
Ma la libertà ha il prezzo della perdita e io non so tornare
Ora non ho una meta, non ho un luogo che si chiami casa.
Ho solo l’orizzonte dinnanzi a me
E il vuoto che sta sotto…
Ho paura
La vertigine fa da padrona, ma voglio seguire fiduciosa le rondini
Migrare
Andare
Amare l’infinito che non posso spiegare a parole
Perché ciò che è grande si banalizza
Perché ciò che è oltre il Cielo ha già deciso per noi.
Le membra si fanno aria,
la mente non mi domina più
Mi dissolvo
Rimane di me il ricordo
Non sono più
Se non in un altrove
A pochi concesso.
Ti voglio bene... Emanuela... per Luca.
Emanuela V.
Parole e sentimenti
Quando la nebbia offusca la tua strada non avere paura, è il mio velo che ti protegge.
La tua ombra non è la tua ombra: sono io che non ti lascio mai! Ti seguo, mi sposto, so anche scherzare, sparisco ma torno sempre da voi.
Se il cielo è lindo e arriva una nuvola, non preoccuparti: sono io e voglio coccolarti in un candore puro.
Cade la pioggia? Non piangere, io non voglio.
Coicidenze? No! Ho tanto lavoro in Paradiso.
Non sono coincidenze, sono segnali! Un fiore, l'aria che ti muove i capelli. E' il mio aiuto, il mio sussurro, la voce per ricordarvi che vi amo.
Io sono nel volo delle rondini... Con Amore, Luca!
Giulia
Il primo uomo di cui mi sono innamorata, come tutte le bambine, è stato il mio papà.
Il secondo è stato Luca.
Ecco, io lo ricordo così, quando l'ho conosciuto, giovanissimo, proprio come in questa foto.
E benchè giovani, abbiamo passato insieme anni importanti per la crescita umana e l'educazione sentimentale.
Non ti dimenticherò mai Luca, e ti chiedo scusa se durante la tua malattia sono stata vigliacca e latitante, e non ti sono stata vicino. Ma tu da dove ti trovi so che mi hai già perdonata.
Ciao Luca, arrivederci.
Irene
Sono Irene ...
L'altra sera è stato qui il sig Lorenzo e ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con lui.
Vorrei raccontarvi una cosa, sperando di non disturbarvi.
Conosco Luca da pochi mesi, poichè prima ne avevo sentito solo parlare da alcuni amici in comune di Torrazza e di Salice.
Ci siamo conosciuti un giorno della scorsa estate, quando il Dr ... mi ha detto "ti presto questo libro per le vacanze, sono certo che ti piacerà".
Che bella l'immagine di copertina, con il soffione che tanto mi faceva divertire da bambina. E che ancora adesso mi fa divertire, quando lo soffio sul naso del mio cagnolone e lui si arrabbia e sbuffando corre via!
Che strano questo titolo ho pensato; io, d'abitudine, non leggo le prefazioni dei libri. Al primo giorno di vacanza ero curiosa di capire cosa avesse a che vedere quella camera 18... con dei baffi.
Luca ed io abbiamo così trascorso qualche giorno insieme al mare, in Grecia.
A dire il vero solo un paio di giorni, poichè il suo racconto mi ha letteralmente rapita.. ed il libro è presto finito.
Ma lui, non so come, ha continuato a rimanere con me qualche giorno ancora.
E ancora adesso, non so come, ogni tanto mi bussa alla testa. Strano ho pensato le prime volte, trattandosi di una persona che conosco da così poco tempo.
Poi ho capito.
Qualche anno fa, correva l'anno 2009, per una malattia chiamata endometriosi sono stata messa in coma farmacologico, dopo un intervento di 9 ore. Non ho ricordi di quei giorni, se non la certezza di essere stata in paradiso. Io sono atea quindi non so se sia giusto definirlo così. Ma chiamiamolo così.
Era tutto luminoso e azzurro e silenzioso. E io ero felice, beata e in pace.
C'erano tante altre persone ed avevano tutte un vestito bianco.
Non ho mai raccontato a nessuno questa cosa.. e non so perchè io lo stia facendo, ma mi è venuto spontaneo.
Anche Luca è lì.
Ne sono certa, Luca è proprio lì. E ogni tanto ci fa capolino, perchè è vivo e presente con il suo sorriso, quello che ho visto nelle foto del libro, e con il suo grande altruismo, che traspare da ogni pagina.
Non sono mamma e non lo sarò mai, ma immagino che la sua mancanza fisica sia per voi immensa, nonostante sono certa lo sentiate sempre nel vostro cuore.
Perdonate l'invadenza di questa mia lettera e se potete accettate queste parole buttate nero su bianco senza troppa logica.
Un abbraccio affettuoso.
Marina C.
Sto pensando alla meravigliosa lezione di vita che ho avuto stasera... Ho partecipato alla serata in ricordo di Luca Bassi, oggi avrebbe 40 anni, 8 anni fa una terribile malattia se l'è portato via... nooo non è vero... Luca vive incarnato nella forza che mamma Piera e papà Lorenzo trovano ogni giorno per portare avanti il progetto dell'associazione che porta il suo nome... Luca vive nel ricordi di tutte le persone che stasera hanno gremito il teatro San Rocco, sono mamma ma stasera ho pianto come una bambina nel sentir leggere alcune pagine del suo libro, la sua ironia, la sua voglia di vivere la vita, quella voglia che neanche la morte è riuscita a portargli via, perché Luca l'ha trasmessa a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Buon compleanno Luca.
Marinella M.
Di quante persone incrociamo lo sguardo nel corso della nostra esistenza per poi dimenticarcene qualche minuto dopo ?
Ecco, Luca era l'eccezione alla regola. Pur avendo parlato con lui in un bar di Voghera l'anno della sua maturità solo per qualche minuto, il suo sguardo mi è rimasto addosso e mi è entrato dentro il cuore.
Pavese sosteneva "per tutti la morte ha uno sguardo". Qui possiamo dire "per tutti Luca ha uno sguardo".
L' ho incontrato successivamente altre due volte. La prima nello studio medico della prof Marchesi. Sulla sua scrivania campeggiava la fotografia di un ragazzo biondo che io avevo già visto. Purtroppo lei mi confermo' che era Luca Bassi e che era venuto a mancare qualche mese prima.
Per me fu uno shock.
Per molti giorni mi sono sentita triste e perplessa, quasi fosse morta una persona che conoscevo da anni.
Il nostro terzo incontro ai primi di agosto di quest'anno.
Sono stata molto male i primi 15 giorni del mese scorso al punto che ho pensato di avere un male incurabile. Poi una sera mi giunge la notifica di un post su Facebook della mia amica Elisa, in cui racconta di un incontro per la presentazione di un libro dal titolo "camera 18" con sottotitolo "Luca per non perdersi nel tempo". Ed ho pensato "ecco che qualcuno nel mio dolore e nella mia solitudine mi viene in soccorso".
Dovevo assolutamente comprare quel libro e leggerlo il prima possibile. Ebbene l'ho divorato in sole due sere.
È composto da due parti: la prima in cui si intrecciano la narrazione di Luca infante e il racconto della sua degenza in ematologia. La seconda in cui sono raccolte le testimonianze di quanti hanno avuto la fortuna di averlo conosciuto bene. Tra la prima e la seconda parte delle bellissime fotografie di Luca lungo l'arco della sua esistenza.
Per certi versi Luca mi ricorda Marco Simoncelli.
Entrambi nel fiore degli anni quando la morte li colse nel 2011, entrambi ragazzi dal carattere solare e dal sorriso contagioso. Ed entrambi continuano a far parlare di sé a distanza di anni dalla scomparsa.
Ebbene mi ero ripromessa di non scrivere una recensione lunga e invece ne è venuto fuori un tema. Pertanto concludo, dedicando a Luca e a tutti coloro che in qualche modo sono rimasti avviluppati nel gomitolo della sua esistenza, una poesia di Clemente Rebora dal titolo "Dall'immagine tesa" tratta dai "Canti anonimi".
Dall' immagine tesa
vigilo l' istante
con imminenza di attesa
E non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono
E non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno.
Ma deve venire,
verrà, se resisto
a sbocciare non visto,
verrà d'improvviso,
quando meno l'avverto.
Verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.
Michele
Preghiera di Michele per Luca
Ora possono essere ovunque.
Noi li immaginiamo attorno a te.
Li pensiamo in pace, vicini, protettivi.
Li vediamo presenti nelle cose e nei valori.
Signore, mantienici vivo il loro ricordo e ispiraci per continuare i loro sogni.
Aiutaci a far risorgere ciò che muore; te lo chiediamo per non perderci nel tempo.
Piera
Ricordo di un Natale
Sono in ematologia con Luca, lui sta lottando per vivere, io sto lottando per non perderlo. Ogni paziente è attaccato ad una macchina ed il suono delle macchine scandisce il battito del cuore e ti dice che sei ancora vivo.
Luca mi guarda e mi dice " mamma siediti qui vicino a me" ed io gli chiedo "perchè vuoi che mi sieda li"....così ti guardo.....mi risponde Luca.
Io sono ancora seduta lì, in quella sedia accanto ad un letto dell'ematologia, con lo sguardo di Luca che mi accarezza.
Restiamo lì, io e lui , sono trascorsi quattro anni , ma noi siamo sempre là, accanto a tutti coloro che si avvicendano in quei letti, pazienti, medici e personale e Luca mi dice " quando guarirò voglio aiutare la ricerca", voglio aiutare l'ematologia, questa ematologia del policlinico di Pavia.
È la notte di Natale e noi siamo là, io, Lorenzo e Luca, ci guardiamo negli occhi, ci teniamo per mano e sorridiamo, fiduciosi che ci sarà un giorno in cui il rumore di quelle macchine a cui sei legato giorno e notte faranno scorrere dentro di te linfa che ti regalerà la vita.
Siamo "Luca per non perdersi nel tempo", viviamo per raccogliere fondi per la lotta contro i linfomi, i mielomi e le leucemie, uniti a PaviAIL.
Buon Natale a tutti, grazie per sostenerci, aiutarci e lottare con noi.
Buon Natale da noi, con Luca in quel reparto, il nostro Natale è là, stanza 18, letto accanto alla finestra, le macchine che suonano tutta la notte ed il sorriso di Luca che non si perde nel tempo.
Auguri, che sia un Natale di pace, salute e serenità per tutti.
Silvia
Cara Sig.ra Bassi,
ci ho pensato un pò a darle questa foto perche non sapevo se l'avrei intristita di più o resa contenta.
Questa foto a me rende contenta, mi ricorda quelle meravigliose estati di tantissimi anni fa che io, Luca ed Alex passavamo a ... , pomeriggi interi a parlare, sempre mille cose da dirci, sempre contenti.
Oggi siamo qui e a me di Luca resta questo, il suo sorriso da ragazzino. Quel ragazzino a cui ho voluto tanto bene, quel ragazzino che poi crescendo ha preso strade diverse dalle mie, pur restandomi nel cuore. Sa, io non sto onorando Luca con grandi gesti di beneficenza o cose simili, e molti credono che io sia un mostro per questo, ma se è vero che un uomo vive fin tanto che qualcuno lo ricorda, mi creda che Luca vivrà finchè io vivrò, perchè non passa giorno che io non lo ricordi, e vivrà fin che vivranno tutte le persone che sentono da me parlare di lui, che sanno quanto fosse speciale senza conoscerlo !
Spero di non essere stata sfacciata e di non averla offesa in alcun modo.
Un caro ed affettuoso saluto.
Simone L.
Buon compleanno!
Ne abbiamo passate tante (e le più non si possono raccontare )... So che eri lì con noi ai miei 40 ... Anche noi ci siamo con la mente, con il cuore e con l’anima ! Ti mandiamo un grande abbraccio ! Vedrai che qualcosa bolle in pentola ... Ancora auguri amico mio!
Valentina B.
Ho iniziato e finito il libro settimana scorsa, l'ho letto quasi tutto d'un fiato. E' stato fantastico poter conoscere un po' meglio Luca e la sua vita...questa te la devo raccontare:
come ti ho accennato ho conosciuto Luca in biblioteca a Voghera, credo fosse il periodo prima della Laurea (2006 è possibile?) perchè me lo ricordo con i baffetti e la mosca sul mento
che porta anche nella bella foto di quel giorno con voi.
Comunque era già qualche volta che vedevo questo ragazzo a mio avviso molto composto, indossava quasi sempre un panciotto e questo modo di vestire
"d'altri tempi" mi incuriosiva ma, dall'altra parte, mi sembrava di avere davanti una persona con una certa impostazione e severità. Poi, come fosse ieri, mi ricordo il giorno che ci siamo
effettivamente conosciuti.
Era una mattina sempre di biblioteca ed eravamo seduti su due tavoli vicini e Luca mi era di fronte. A un bel momento arriva in biblioteca (dove vigeva
un rigoroso silenzio!!) una donna che inizia a parlare con un tono di voce altissimo deconcentrando tutti gli studenti del salone. In quell'istante io ho sollevato la testa dal libro,
la solleva anche Luca, ci guardiamo basiti e insieme scoppiamo a ridere!!!
Ed è in quell'occasione che ho visto per la prima volta quel sorriso stupendo che tutti tutti tutti ricordano e l'idea che mi ero fatta sulla sua severità
e impostazione ha lasciato immediatamente il posto a un immagine solare, di luce, di grande apertura verso gli altri. Quel giorno ci prendemmo un caffè e lo rividi sempre in biblioteca.
Piera è davvero incredibile, Luca aveva un passepartout eccezionale per entrare nel cuore degli altri. Nel mio avrà sempre un posto speciale. ❤
Dieci anni
Luca e la morte
Buongiorno a tutti, oggi dovrei parlare di chi era Luca cosi... come se fosse un ricordo.
E forse vi aspettate che vi rallegri con uno dei tanti aneddoti di cui Ia vita di Luca è ricca.
Ma ne abbiamo davvero bisogno? Tutti quanti qui conosciamo Luca, il suo sorriso, la sua esuberanza, la sua gioia di vivere e la sua profondità d’animo e di pensiero.
Io non posso aggiungere nulla.
E chi non lo conosce... beh, peggio per lui, non saranno certo due storielle a farglielo conoscere.
Quindi oggi voglio parlare di chi è Luca.
Luca è un mio amico (e di amici, amici veri, col tempo ne rimangono sempre davvero pochi).
Luca è un amico che ha un modo tutto suo di chiamarti, non manda WhatsApp...
non gli puoi dire ti chiamo dopo. Luca ti chiama all'improvviso... così... con un groppo in gola, e non puoi fare nient'altro che appartarti e rispondergli
e parlare con lui e sempre di cose importanti.
Luca oggi è questo dialogo. Come è sempre stato. Luca e sempre stato dialogo, relazione.
Morendo ha mantenuto questa caratteristica, l'ha solo portata a un livello più alto: suona la stessa melodia, solo a un’ottava superiore.
Perché amico mio non ti sei perso nel tempo, lo vedi siamo ancora tutti qui.
Luca non può perdersi nel tempo perché Luca si è fermato nel tempo come un menhir che svetta nella pianura cui il tempo si aggrappa.
E Luca non è diventato questo menhir, Luca lo è sempre stato, inconsapevolmente. Quanta parte, pensateci, della nostra gioventù non ci ricorderemmo se Luca non ci fosse stato.
Sapete... una delle tecniche mnemoniche è quella di collegare l’informazione a qualcosa di assurdo o comico, cosi il cervello la ricorda meglio.
Ebbene, Luca ha svolto questo compito per noi: con le sue facezie, le sue goliardate, o con la presenza seria del suo dialogo profondo ha trasformato una serie di momenti
altrimenti insignificanti in una messe di ricordi piacevoli e duraturi.
Questa è una magia.
Ma Luca è un menhir che svetta alto nella pianura del tempo anche oggi... perché spesso, no, si parla con chi non c’è più e si pensa
”cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto”. Lo si fa anche con Luca, ma c'è una cosa speciale in Luca: che si è fermato alla soglia della maturità, Luca è rimasto quella giovinezza
che lui impersonava al meglio. E quindi, per relazionarti con lui, non puoi fare nient’altro che strapparti dal volto la maschera della maturità, toglierti questo pastrano ingrigito
di adulto composto nei propri impegni e doveri piccolo borghesi, e sederti al tavolo con lui e bere una birra, fumare una sigaretta. Ti siedi e dialoghi con lui che ha trent'anni,
che ha vent'anni e ti devi per forza mettere al suo piano.
A volte penso a quante esperienze non posso più raccontare a Luca, a quante lui non ne possa più raccontare a me. Ma queste esperienze
gliele porto a quel tavolo dei vent'anni, dove lui è sempre lì a tenerti il posto. E questo è un grande dono quello di poter parlare ancora con lui che ha vent'anni. E a quel tavolo
c'è un’altra persona: ci sono io a 42 anni e ci sono io alla stessa età di Luca. E allora sezioniamo, tutti e tre, quelle stupide cose che sembrano tanto importanti ora,
preoccupazioni, responsabilità di uomo adulto, le sezioniamo con la scure del pensiero, mio e suo, dei vent'anni e tutto torna in prospettiva.
Quale grande dono, non sempre è dato nella vita un tale dono: poter confrontare, spesso, le speranze, i sogni, le promesse che ci siamo fatti,
i gioghi che promettevamo di rifiutare, con quel che siamo ora, con le promesse che abbiamo adempiuto o quelle che abbiamo infranto, i compromessi cui abbiamo ceduto,
i gioghi di cui ci diamo vanto come fossero gioielli... Perché forse, quando eravamo meno uomini fatti, forse eravamo uomini migliori... e la maturità è una grande menzogna
E Luca è questo. Luca continua ad essere questo. E lo fa con più forza ancora di quanto poteva farlo da vivo.
Perché quel pensiero dei vent’anni è cristallizzato, anzi sublimato dall'esempio dell'operare di quel pensiero che Luca ci ha dato affrontando la
morte con la serenità della fede.
Vorrei porre la vostra attenzione su questo punto. Si dice spesso che Luca è morto con dignità, con serenità.
Tanti altri prima di lui hanno affrontato la morte con dignità e serenità. Questa chiesa ci ricorda quanti martiri hanno affrontato la morte con la serenità della fede.
Ma Luca ha fatto qualcosa in più. Luca ha riso.
Luca ha avuto la capacità di portare non serenità, di portare allegria, che è una cosa diversa. Ha rallegrato, ha portato ventate di freschezza
e ilarità in quel girone infernale che è l’Ematologia. E a tutti noi e ai suoi compagni di reparto ha regalato tanti attimi in cui abbiamo riso di cuore.
E quando ridi di cuore la morte si allontana. Luca ha avuto questa capacità: guardando in faccia la morte seduta ai piedi del letto che lo aspettava
e l’avrebbe portato con sé di lì a poche ore, ha avuto la capacità di ridere e quindi di strappare momenti di vita vera, sconfiggendo la morte e non solo.
Se fosse solo così: staremmo parlando di un pazzo, probabilmente. No. Luca aveva la chiara coscienza della tragedia in cui era.
Ma nonostante la tragicità riusciva a trovare l'occasione per ridere. Occasione che non avrebbe importanza se non fosse collegata a questo che vi sto per dire.
Luca aveva la capacita di rendersi conto delle cose importanti. Quando la morte si è seduta ai piedi del suo letto ad aspettarlo, lui ha capito e ha avuto la capacità di
comunicarci cosa stava succedendo di importante.
E l'importante non era la morte, ma la vita nel suo aspetto più essenziale. E, quindi, vincendo il pudore che abbiamo sempre,
ci faceva vedere nel momento stesso in cui stava accadendo quella che lui stesso ha chiamato, mi pare, "una coperta d'amore”, (no?), |’amore dei suoi genitori,
della sua compagna, l'amore vicendevole di noi amici. Luca chi ha indicato come questa rete di relazioni fosse l’essenza della vita.
E stava accadendo in quel momento. E il fatto stesso della morte seduta ai piedi del letto la rendeva ancor più evidente, e quindi la morte
andava ringraziata, perché dava la possibilità di vedere questa rete d'amore, di vederla tutta, tutta insieme e di accorgersene. E Luca aveva questa capacita: di dirtelo, di fartene
accorgere mentre stava accadendo. Non potevi nasconderti.
E ciò sarà sempre con me. Questa capacità di strappare momenti di vita vera riconoscendoli per quel che sono, rende Luca sempre vivo.
E quando verrà anche per me |’ora che la morte si sieda ai miei piedi, lui sarà lì a ricordarmi che la morte è solo un errore di prospettiva e
nella gioia e nell’amore noi siamo sempre vivi insieme, Io siamo da sempre e lo saremo per sempre.
Alberto Nebbiolo
Chiesa del Carmine
27/11/2021
Bravo Luca e grazie davvero di esserci
Da quando, Luca, finito ii tuo corso, sei sfociato nei
mare dei nostri pensieri, ha preso forma, onda dopo
onda,il racconto di amore per la vita e di riscatto da
ogni sofferenza. A cominciare di chi si sente solo, perso
nel tempo, destinato al dolore; di chi soffre nelle storie
dei mondo.
Un orologio, un bracciale, un palloncino, le bottiglie di
vino di Torrevilla e a Pasqua le uova; il sorriso dal letto
dell’ ospedale e il tuo sor-riso in chicchi di riso, qui
racchiusi in migliaia in un chilo sul tavolino che era del
nostro Piero, offerti a chi soffre, pur oggi, Ia fame,
capaci di generare una preghiera o un pensiero. Fuori,
a tonnellate, tanti sor-risi forieri di speranza e fiducia
intelligenti in sostegno della ricerca sui cancro.
Dieci anni di incontenibiie vitalità.
Ti sappiamo ora, sempre presente, con un braccio che
regge il tuo fratellino, ad alzare I’altra mano mentre
intervieni in quelie “sante assemblee dei santi” talora
un po’ troppo vaghe sulle cose dei rnondo. “Vorremmo
farvi presente..." e giù qualche botta, nel tuo stile, a
chi vola troppo in alto.
Bravo Luca e grazie davvero di esserci. Senza il tuo
aiuto non vorremrno finire dispersi nel tempo di chi usa
ancora iasciarsi sfinire dagli anni.
Michele e Gabri
Chiesa del Carmine
27/11/2021
Com'era Luca
Luca …
Alla domanda di mio figlio “com’era Luca?” rispondo semplicemente “andreste d’accordo, ti
avrebbe insegnato tutto quello che io non vorrei tu sapessi e ti avrebbe fatto fare tutto quello che io
ti proibisco …”
Sì, inutile negarlo, Luca era un casinista, un combinaguai, la classica persona che come si dice “te
la fa sotto il naso" e che per questo risulta essere il simpatico, il burlone … quello che in tutte le
situazioni, anche in quelle proprio incasinate, trova la scappatoia e la via di fuga, sempre con quel
suo immancabile sorriso, che a volte sapeva proprio di beffa…
Parliamo degli esami di 5a elementare … la scena che si presentava era Luca con il gesso al
braccio, con il suo testino biondo quasi rasato, più intento a fare mille raccomandazioni alla
maestra Anna di scrivere correttamente e senza errori di ortografia, che preoccupato per l’esame
in sé, che non lo preoccupava poi molto …
Parliamo di … Zebedassi, una località per molti sconosciuta seppur poco lontana da qui. Un
minuscolo paesino in collina, una casetta di campagna che è stata “rifugio" per noi, Luca, io e gli
amici, i compagni di scuola, quelli delle serate in compagnia, quelli delle feste... Pomeriggio, sera,
notte e mattino che sono diventati un’intera settimana per noi, poco più che ragazzini. La prima
volta soli, insieme, in una casa “lontana” dalle nostre, dove le regole imposte dai “grandi” non
potevano (o forse non volevano) arrivare e dove ci siamo sentiti liberi, totalmente e
completamente, con quella “buonanotte" che ci siamo detti dal gusto così … buono!!! Luca,
Andrea, Simone, Alessia ed io … ricordo indelebile nel mio cuore.
E se ripenso alle incursioni serali al cimitero, al gelato al cocco o al limone mangiato seduti sul
muretto della posta, alle musicassette dei Guns N’ Roses girate mille e mille volte nel mangianastri
e ascoltate a tutto volume, agli scherzi telefonici, ai film vietati ai minori di 14 anni seduti sul
divano, a pane e salame ecco, questo era Luca, leader indiscusso a cui non ho mai detto di
no, anche quando temevo che saremmo finiti nei guai, anche quando le proposte erano talmente
folli da sembrare irreali … Eppure ci siamo divertiti così tanto insieme, anche solo a ridere l'uno
dell'altra, per una maglietta inguardabile o per una gonna troppo corta o troppo poco...
Ho pianto spesso con Luca, perché con gli amici si fa anche questo… E lui era anche un buon
amico gli raccontavo delusioni, problemi, litigate, amori e l’abbraccio non mi è mai mancato,
abbraccio che poi univa sempre con un sorriso.
Ecco, il sorriso credo sia la cosa che più di tutte ho impresso nel mio cuore, un sorriso grande, a
tutto tondo, fatto con la bocca e con gli occhi… quel sorriso che è arrivato anche attraverso una
cornetta del telefono, quando da tempo non ci vedevamo, quando la malattia stava avanzando ed
entrambi sapevamo che quella telefonata poteva essere l’ultima (o forse no...), quando la
conversazione era incentrata sul mio presente di mamma orgogliosa e sul suo futuro di marito e di
padre altrettanto orgoglioso.
La vita ci ha allontanato, lo studio, le amicizie, gli amori ma l’amicizia vera che ci ha legato
quella no, ha resistito a tutto, sempre… E per sempre…
Ti voglio bene amico mio.
Chiara Calzolai
Chiesa del Carmine
27/11/2021